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Meccanica. Focus sul Mercato Tedesco

La Germania è la prima economia dell’Unione Europea e contribuisce, con un PIL pari a 3.388,2 miliardi di euro nel 2019 (+0,5% rispetto al 2018), a circa il 29% del PIL dell'Eurozona. La ricchezza prodotta è composta per il 72% dai servizi, per il 27% dall’industria e per circa l’1% dall’agricoltura e la pesca. La popolazione del Paese conta circa 82 milioni di persone ed il Pil Pro-Capite nel 2019 ha raggiunto i 42.000 euro. La Germania è anche il primo partner commerciale dell'Italia e rappresenta il principale mercato di destinazione del nostro export.

Nel 2019, l'interscambio bilaterale complessivo secondo i dati dell’ISTAT ha raggiunto circa 127 miliardi di Euro (-0,5% rispetto al 2018), una cifra quasi pari alla somma degli interscambi dell'Italia con Francia e Spagna insieme. Lo scorso anno le esportazioni italiane verso la Germania hanno toccato quota 58,1 miliardi di euro, mentre il valore delle importazioni si è attestato a 69,6 miliardi di euro (-0,8% rispetto al 2018). I rapporti tra i due Paesi sono intensi anche per quanto riguarda gli investimenti e le collaborazioni industriali con filiere spesso integrate tra loro. Si stima che le imprese tedesche partecipate o controllate dall'Italia siano circa 2.100 e 1.800 le aziende in Italia a capitale tedesco. Tra i partner della Germania, l’Italia mantiene la quinta posizione raggiunta nel 2018, ampliando il divario rispetto al Regno Unito, che rispetto all’anno precedente perde un’altra posizione a favore della Polonia.

Le imprese italiane che operano con la Germania o intendano farlo, possono contare su tutti i vantaggi del mercato interno europeo come: assenza di barriere doganali e tariffarie, libertà di circolazione di lavoratori, merci e capitali, libertà di insediamento e di prestazione dei servizi, unificazione o armonizzazione di norme tecniche, etc.. La Germania presenta inoltre un quadro politico, giuridico ed economico altamente stabile e affidabile che favorisce l’ingresso degli investitori stranieri. Inoltre, il Paese è diventato sempre più HUB europeo in moltissime produzioni manifatturiere, ponendosi spesso al centro della cosiddetta catena globale del valore. Sono migliaia le imprese europee coinvolte in questi processi produttivi, artefici di altrettante migliaia di transazioni commerciali e passaggi transfrontalieri di semilavorati, fino ad arrivare alla realizzazione e commercializzazione di prodotti finiti. L’Italia beneficia di questa complessa articolazione e interconnessione produttiva ed è il Paese, ad esempio, che contribuisce maggiormente alla filiera automotive tedesca (con una quota di valore aggiunto del 2.4%), davanti ai paesi dell’Est Europa. L’automotive vale l’11,4% dell’export italiano verso la Germania e il 16% di quello tedesco verso l’Italia.

A livello regionale, ad essere particolarmente positive sono le performance dei territori che svolgono tradizionalmente un ruolo di traino dei rapporti commerciali bilaterali: le regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) e i Land più industrializzati (Baviera, Baden-Württemberg e Renania Settentrionale-Vestfalia). Si pensi che l’export di beni dalla sola Lombardia verso la Germania vale 43,3 miliardi di euro.

Tra i settori di punta dell’export italiano verso la Germania vi è proprio la meccanica che nel 2019 per la sola voce relativa a Macchinari e Apparecchiature ha registrato la cifra di 8 miliardi e mezzo di euro (Fonte Istat). L’intero comparto è il secondo settore industriale tedesco ed in questo si concentrano gran parte degli investimenti in ricerca e sviluppo, contribuendo alla competitività dell’intera locomotiva tedesca. Grazie inoltre alla strategia derivante dal piano "Industrie 4.0" le PMI tedesche (il 99,6% delle 3,5 milioni di imprese complessive) sono diventate leader globali nei settori dell'elettronica, della robotica, della ricerca sui materiali e nella produzione di software personalizzati.

Le due regioni industrialmente più sviluppate della Germania, sono il Baden-Württemberg e la Baviera, ed investono in R&S quanto complessivamente fanno Italia, Spagna, Portogallo e Grecia messe insieme. Questi numeri contribuiscono a rendere il Sud-Ovest della Germania, la prima regione per innovazione europea e la sede di alcuni centri di ricerca di assoluta eccellenza. 
In queste regioni, hanno casa e produzione giganti dell'industria mondiale come Daimler, Bosch, Audi, Bmw e Siemens. Proprio l’industria automobilistica tedesca, con 834.000 occupati in imprese con oltre 50 dipendenti e un fatturato di 424 miliardi di euro nel 2018, rappresenta il segmento più rilevante del comparto manifatturiero tedesco. Si tratta di un settore in crescita costante dal 2010: nel 2018, il fatturato è cresciuto dello 0,4% rispetto al 2017 e anche l'occupazione nel settore è cresciuta dell'1,7% rispetto all'anno precedente. La maggior parte degli occupati del settore automotive si trovano in Baviera (quasi 260.000 persone), seguiti da Baden-Württemberg (circa 223.000) e Bassa Sassonia (circa 143.000). I principali mercati di esportazioni nel 2018 per l'industria automobilistica tedesca sono stati: gli Stati Uniti d'America (27,2 miliardi di euro), seguiti da Cina (24,7 miliardi di euro) e Gran Bretagna (22,5 miliardi di euro). L'Italia è il 5° Paese di destinazione delle automobili tedesche (11,4 miliardi di euro) dopo la Francia al 4° posto (15,5 miliardi di euro).

Tra le principali fiere dell’ampio settore della meccanica che si svolgono nel Paese si segnalano:
  • IFFA: Fiera internazionale Triennale dell’industria della carne (lavorazione, conservazione, confezionamento, etc.);
  • Anuga Food TEC: Fiera internazionale per l’industria alimentare e delle bevande;
  • Hannover Messe: Fiera internazionale per le tecnologie dell’industria;
  • Smart production Solutions: Fiera dedicate all’automazione elettrica e alle soluzioni intelligenti digitali;
  • BrauBeviale 2020: Fiera internazionale dei beni strumentali per l’industria delle bevande.
Quanto sopra riportato non tiene conto degli impatti negativi dovuti alla diffusione del Coronavirus, che senza ombra di dubbio contribuirà a peggiorare l’interscambio tra i due Paesi con stime e previsioni di perdite tra il -10% ed il -50% del fatturato per l’anno in corso. Altri impatti negativi in corso sono dovuti alle restrizioni di viaggio, cancellazione di fiere ed eventi, oltre a problematiche legate alla logistica.
In conclusione, le imprese italiane sono sempre più considerate partner commerciali affidabili e cruciali per l’intera economia tedesca. I due sistemi, soprattutto per il settore della meccanica, sono perfettamente integrati e procedono in modo sistemico nella creazione di valore a livello globale.


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