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Canada: Opportunità Oltreoceano

Quando si pensa al continente americano è innegabile che il sogno sia sempre legato a doppio filo alla bandiera a stelle e strisce. Da una parte i numeri degli Stati Uniti non sono paragonabili ad altri Paesi del continente americano, con oltre 330 milioni persone ed un PIL pro-capite di 63.000 dollari, dall’altra parte però, gli investimenti per l’ingresso sono considerevoli, considerata anche la vastità e la complessità del mercato in termini geografici.
C’è però una nazione che negli ultimi anni è cresciuta a ritmi pazzeschi e che offre ancora opportunità di inserimento significative, soprattutto per le piccole e medie imprese. Basta infatti spostare l’attenzione un po' più a nord degli Stati Uniti e troviamo il Canada, la cui economia è in performance positiva da anni e sembra subire meno rallentamenti di altre anche in questo momento di incertezza causato dagli effetti negativi del Covid-19 (-6% il dato del Pil stimato per il 2020).
Prima dell’attuale crisi, che ha morso le economie di tutto il mondo, il Paese ha registrato una crescita importante negli ultimi anni: +3% nel 2017, +1,8% nel 2018 e +1,3% nel 2019.

L’economia del Canada è fortemente legata alle sue innumerevoli risorse naturali (in primis quelle petrolifere) ed agli scambi con il grande vicino di casa, gli Stati Uniti. La bilancia commerciale tra i due paesi è pressoché paritaria nelle rispettive voci di import ed export. Dei 431 miliardi di dollari esportati nel 2018, ben 314 miliardi hanno riguardato proprio le vendite verso gli USA.
La popolazione in Canada non supera i 37 milioni di abitanti e la stessa, da est a ovest, si concentra maggiormente nelle aree e città metropolitane nate e cresciute in prossimità del confine con gli Stati Uniti. Moltissimi sono i canadesi transfrontalieri che hanno occupazione in aziende americane e che ogni giorno oltrepassano la frontiera per recarsi a lavorare nel Paese a stelle e strisce.
Il Paese ha adottato negli ultimi anni una politica espansiva e liberale, soprattutto in relazione agli scambi commerciali ed agli accordi bilaterali con alcune aree del mondo. Nel 2017 è entrato in vigore, seppur in via provvisoria, il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) sottoscritto proprio con l’Unione Europea e che ha permesso ai prodotti italiani di poter essere importati con procedure meno stringenti e soprattutto con dazi ridotti o azzerati su moltissime merci. Il Paese ha stretto alleanze anche sulla costa Pacifica, sottoscrivendo con 11 Paesi il CPTPP (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership). Anche il nuovo NAFTA con USA e Messico è stato recentemente sottoscritto, ed è in attesa di ratifica.
Il Canada offre senza dubbio un ambiente “business friendly” alle imprese, anche a quelle straniere. Occupa ottime posizioni in quasi tutte le classifiche mondiali che misurano la complessità di fare affari in un dato mercato ed è al 23° posto (su 190 Paesi) nell’indice del Doing Business della Banca Mondiale, al 14° posto per competitività economica secondo la classifica del World Economic Forum.

Secondo i dati di SACE, il Canada è il 26° Paese di destinazione per l'export italiano e il 3° mercato di destinazione del Made in Italy nel continente americano (dopo Stati Uniti e Messico). Tra i principali settori dell’export tricolore figurano macchinari (23%), autoveicoli e mezzi di trasporto (8%), bevande (vino in particolare) e prodotti alimentari (15%). In quest’ultimo settore l’Italia è il primo fornitore europeo del Canada (quarto a livello mondiale).
La quota di mercato dell’export italiano, che vale oltre 4 miliardi di euro (2019), è all’1,5% davanti, seppur di poco, rispetto alla Francia (1,2%) ma notevolmente distaccata dalla Germania (3,2%).
Le importazioni dal Canada verso il Bel Paese riguardano principalmente prodotti minerari, prodotti chimici e macchinari.

L’export delle imprese della provincia di Trento segue il trend nazionale, in relazione ai beni esportati. Nel 2019, le performance migliori sono state raggiunte dal settore: dei mezzi di trasporto (21 milioni di euro), dei macchinari (18 milioni di euro), dei prodotti in legno (quasi 5 milioni di euro), dei prodotti tessili (1,3 milioni di euro) e dei prodotti alimentari (9,6 milioni di euro).
In relazione a quest’ultimo settore, è importante sottolineare come a partire dal 14 dicembre 2021, tutti i prodotti alimentari destinati al mercato canadese dovranno essere conformi ai nuovi requisiti di etichettatura, e tutte le informazioni riportate dovranno essere necessariamente bilingue (inglese/francese). Inoltre, agli esportatori di generi alimentati viene richiesta la registrazione presso il REX (Registered Exporter System) che è un sistema di certificazione di origine dei prodotti dell’Unione Europea, che rientra nel contesto dell’accordo commerciale CETA. Gli esportatori della UE registrati al sistema dovranno presentare una dichiarazione di origine per le esportazioni di prodotti di origine preferenziale UE, in modo da garantire all’importatore canadese l’ottenimento delle riduzioni o esenzioni previste dall’accordo.

Per quanto riguarda le strategie di ingresso e la scelta dell’area metropolitana ed economica più congeniale per far decollare il proprio business l’elenco comprende: Toronto, Montreal, Vancouver, Ottawa e Quebec City. La più vicina all’Italia, per cultura e legami legati anche ai flussi emigratori (sono oltre 430.000 gli abitanti di origine italiana), è Toronto, una città multietnica, moderna e funzionale di oltre 5 milioni di abitanti. Molte aziende italiane hanno qui il proprio headquarter e la vicinanza al confine americano, la vibrante e costante crescita economica, ed il fatto di essere maggiormente anglofona rispetto ad altre città del Paese, la rendono particolarmente accessibile per tante imprese straniere.

I numeri indicano che il nostro export, sebbene sia cresciuto del 18% negli ultimi mesi anche grazie al CETA, abbia ancora ampi margini di miglioramento verso un Paese che nonostante la distanza ci è molto più vicino di quanto si possa pensare.

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