Con il “metodo Toyota” lievita la produttività delle aziende
04/06/2009 -
(d.m.) Aumento della produttività fino al 50%, riduzione del 70% del tempo di attraversamento delle linee di produzione e del 50% dei difetti sul prodotto finito. Questi alcuni dei sorprendenti risultati rilevati nei quattro cantieri GembaKaizen avviati a partire dall’ottobre 2007 su iniziativa di Trentino Sviluppo. I dati sono stati presentati oggi, presso il Polo tecnologico di Trento, nel consueto incontro mensile con la stampa.
Il kaizen, dai due termini giapponesi “Kai” (cambiamento) e “Zen” (bene), è un metodo di ottimizzazione dei processi produttivi sperimentato con successo a livello industriale da Toyota. L’approccio parte dal cliente e dalle crescenti esigenze in termini di qualità, costo, rapidità, servizio, ed individua il miglior modo per soddisfarle attraverso l’eliminazione degli sprechi (“muda”) ovvero di tutte la attività che non generano valore. La filosofia alla base del kaizen porta ad un miglioramento continuo che viene realizzato a tutti i livelli aziendali, affiancando “un milione di piccoli passi” alle innovazioni più radicali.
«Il nostro sistema non dà risposte, non fornisce soluzioni chiavi in mano – spiega Carlo Ratto
, country manager del Kaizen Institute Italia (Bologna) – ma si limita a rompere il paradigma del ‘così si è sempre fatto’, sostenendo l’emergere di soluzioni che vengono dall’interno stesso dell’azienda».
«Ci siamo chiesti – spiega Alessandro Garofalo
, consigliere delegato di Trentino Sviluppo – come potevamo avvicinare questa metodologia alla realtà trentina fatta di piccole e medie imprese. La risposta sta in un progetto avviato due anni fa e messo a punto in collaborazione con il Kaizen Institute Italia».
Quattro i cantieri GembaKaizen già avviati in Trentino: presso Meccanica Cainelli di Volano (da ottobre 2007 a febbraio 2008), con la partecipazione anche delle aziende CTE, CaPi, Dana, OMP e Watts Londra; presso lo stabilimento Dana di Rovereto (da maggio 2008 a luglio 2008); sempre a Rovereto a Luxottica (marzo-settembre 2008 e ottobre-dicembre 2008) e l’attuale sperimentazione avviata nel mese di aprile presso Filiera Agroalimentare Trentina di Castelnuovo Valsugana, alla quale partecipano anche Casearia Monti Trentini di Grigno e Crucolo di Scurelle.
Complessivamente sono 10 le aziende coinvolte, presso le quali al termine del cantiere GembaKaizen si è riscontrato un aumento della produttività compreso tra il 10 e il 50%, una riduzione del tempo di set-up (attrezzaggio delle macchine) superiore al 50%, una riduzione del lead time (tempo di attraversamento o “tempo di risposta”) pari al 70%, una riduzione del 20% degli spazi occupati dalle linee di produzione, un contenimento del 50% dei difetti riscontrabili sul prodotto finito e una riduzione del working capital (stock e capitale circolante) superiore al 50%.
Numeri significativi, quelli presentati da Luca Capra
, direttore dell’Area innovazione e sviluppo di Trentino Sviluppo, che spingono Trentino Sviluppo a giudicare in modo estremamente positivo questa prima fase del progetto.
«Dalla sperimentazione, che proseguirà interessando anche il settore degli impianti sciistici e funiviari – commenta Garofalo – si tratta ora di trarre delle indicazioni più generali per far sì che tale metodologia possa essere messa a disposizione di tutte le aziende trentine interessate ad innovare il proprio ciclo produttivo, anche nel settore dei servizi». «La nostra ambizione – conclude Garofalo - è fare in modo che questi sistemi di innovazione possano entrare nella quotidianità delle imprese trentine, comprendendoli ad esempio tra gli strumenti previsti dalla legge provinciale n. 17 che finanzia al 50% i costi di consulenza per i servizi innovativi a supporto delle imprese».
Un’esperienza concreta di cantiere GembaKaizen è stata portata da Stefano Simonetto, vicepresidente di Filiera Agroalimentare Trentina Spa, azienda che dal 2004, nello stabilimento di Castelnuovo, produce e commercializza carne fresca e salumi.
«Grazie ai consulenti di Trentino Sviluppo e del Kaizen Institute Italia – spiega Simonetto – abbiamo potuto sperimentare questo metodo su due linee di prodotto: il salame e la lucanica trentina. Un cantiere avviato da appena due mesi e che si concluderà nell’autunno prossimo, ma che già ci ha permesso di incrementare la produttività del 30-40%, che significa un contenimento dei costi di produzione dei nostri insaccati pari a circa 1 euro a pezzo. Come? Con attenzioni minime ma dall’impatto sorprendente: ci siamo inventati ad esempio una sorta di trespolo a forma di ‘stenditoio’ dove vengono appesi i salami appena prodotti, evitando con ciò di doverli riprendere in mano più volte nelle successive fasi di lavorazione, che vanno dall’asciugatura alla stagionatura fino al confezionamento. In questo modo abbiamo risparmiato un’ora di lavoro su cinque, oltre a salvaguardare l’integrità del prodotto e la sua qualità».
Nelle foto:
- due fasi del cantiere GembaKaizen avviato nell’aprile 2009 presso Filiera Agroalimentare Trentina Spa nello stabilimento di Castelnuovo;
- Carlo Ratto, del Kaizen Institute Italia, durante l’incontro odierno con la stampa presso il Polo tecnologico di Trento.