Nuove norme tecniche garantiscono qualità, dalla cava alla posa
11/12/2009 -
(d.m.) – Qualità totale, dall’estrazione in cava fino al piano di manutenzione della pavimentazione lapidea. Nulla può essere lasciato al caso ed una pietra di ottima qualità posata male finisce per nuocere all’intera filiera. Questo l’imperativo emerso dal convegno “Pietre trentine. Nuove norme tecniche per la pavimentazione” tenutosi venerdì 11 dicembre presso il Polo tecnologico di Rovereto ed organizzato dal Distretto del porfido e delle pietre trentine, dall’Espo (Ente Sviluppo Porfido) e dal CET (Consorzio Estrattivo Trentino) con il patrocinio di Trentino Sviluppo. Presenti un centinaio di persone tra operatori del settore, rappresentanti degli ordini professionali e tecnici progettisti.
«Ritengo che poche cose rappresentino il Trentino - ha sottolineato Flavio Tosi
, vicepresidente di Trentino Sviluppo, al quale è toccato fare gli onori di casa - e tra queste ci sono le montagne, il legno e il porfido. Oggi parlerete di norme tecniche, che gli imprenditori possono vedere come un vincolo burocratico ma che in realtà, in questo caso, rappresentano un’opportunità di crescita professionale, tracciando nuove prospettive di sviluppo qualitativo».
Di qualità e strategie di filiera ha parlato Alessandro Olivi
, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento. «Ben vengano le iniziative di imprese e consorzi, atte a garantire la continuità del processo produttivo, la cosiddetta “filiera lunga” – ha ribadito Olivi – e questo per ribadire l’importanza della filiera pietra, che non si esaurisce con l’estrazione e la lavorazione. La qualità del prodotto deve essere seguita e garantita fino alla fase finale, perché in caso di cattiva riuscita del lavoro è l’intero settore, compresa la fase di estrazione e quella di lavorazione, a subire un danno di immagine. E di questi tempi non è facile recuperare quote di mercato bruciate per scarsa qualità».
In rappresentanza degli ordini professionali hanno portato il loro saluto Francesco Franchini
, tesoriere dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento e Daniele Sartorelli
, coordinatore della Commissione geotecnica dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento.
Mariano Gianotti
, presidente del Distretto del porfido e delle pietre trentine, ha ricordato i compiti e funzioni del soggetto di coordinamento soffermandosi in particolare su uno dei progetti avviati, il Codice etico, prima misura votata dal Tavolo della concertazione ed operativo a partire dall’inizio del 2010. Gianotti ha sottolineato anche il ruolo cruciale dei progettisti. «A loro principalmente – ha detto Gianotti - è rivolto questo convegno, giacché nella filiera rappresentano l’anello di congiunzione tra cavatori e posatori, anche per superare incomprensioni che in passato hanno creato al settore non pochi problemi, con la previsione in fase progettuale di materiali, modalità di posa o costi di fatto impossibili da rispettare o soddisfare».
Andrea Bonvecchio
, presidente della società consortile Sofie Veritas, ha ribadito l’opportunità di ricercare delle sinergie tra la pietra e il legno, considerata la complementarietà dei due prodotti e le rispettive caratterizzazioni territoriali. Bonvecchio ha quindi valutato favorevolmente l’opportunità di ricercare utilizzi congiunti del legno e della pietra trentina, non solo per la qualità intrinseca dei prodotti ma anche per riprendere i percorsi e le tradizioni della gente trentina.
Il convegno moderato da Diego Laner, consigliere delegato di Trentino Sviluppo e amministratore unico della società Distretto del porfido e delle pietre trentine Srl, è quindi proseguito con i due interventi tecnici principali.
Mario Bertolini
, del Consorzio Estrattivo Trentino (CET), ha ripercorso storia e caratteristiche dei diversi materiali lapidei autoctoni. Ha quindi evidenziato come ad ogni prodotto commerciale – dai cubetti ai cordoli, dalle lastre per rivestimento a quelle per pavimentazioni esterne o interne - corrisponde una norma di marcatura CE alla quale a sua volta corrisponde l’obbligatorietà di fornire specifiche caratteristiche tecniche e prestazionali quali la resistenza a flessione, a compressione, all’abrasione, allo scivolamento piuttosto che agli shock termici.
E’ toccato quindi ad Andrea Angheben
di Espo (Ente Sviluppo Porfido), illustrare nel dettaglio la nuova norma UNI 11322 “Rivestimenti lapidei per pavimentazioni. Istruzioni per la progettazione, la posa e la manutenzione”. Una normativa che parte dal percorso progettuale, distinguendo tra pavimentazioni interne ed esterne, con indicazioni molto precise in particolare per quanto riguarda il sistema di sollecitazioni a cui dovranno essere sottoposte le pavimentazioni durante il loro ciclo di vita (carichi statici, transito, urti, agenti atmosferici, aggressioni di sostanze chimiche). La parte centrale della norma è dedicata alla posa in opera, dalle fasi preliminari di cantiere con l’analisi dei progetti e la programmazione dei lavori, la verifica ed accettazione dei materiali, alle regole di base per la messa in opera dei diversi manufatti e la distinzione tra i vari tipi di pavimentazione: cubetti, lastre e masselli, cordoli, lastre a spessore costante o marmette su letto di malta o di adesivo, con indicazioni differenziate riguardo all’allettamento, la posa, il riempimento e la sigillatura dei giunti. Segue la validazione della posa, mentre la parte finale della norma è dedicata alla manutenzione.
A tutti i partecipanti è stato infine consegnato in omaggio un originale campionario delle pietre trentine contenuto in una struttura che richiama la casa in legno trentino. «Un gadget – ha ricordato Gianotti - che unisce le virtù della pietra alle potenzialità del legno. E quando legno e pietra si incontrano realizzano un valore aggiunto che va ben oltre la loro semplice sommatoria».