Leaseback, pagamenti regolari nel 100% dei contratti vigenti. E degli immobili “tornati” nella disponibilità di Trentino Sviluppo nessuno ad oggi è vuoto
18/08/2016 - (d.m.)
– Su 25 operazioni di leaseback concluse da Trentino Sviluppo in sette anni, dal 2007 al 2014, a beneficio di altrettante aziende locali, 19 risultano ad oggi in essere e tutte sono in regola con i pagamenti delle rate di leasing attraverso le quali le aziende stesse si impegnano a riacquistare il proprio immobile produttivo ceduto alla società pubblica di sistema. Questi i dati, aggiornati al 31 luglio scorso, in risposta alle affermazioni diffuse dalla Lega Nord Trentino nella conferenza stampa di stamattina. Nel caso delle 6 aziende non in regola Trentino Sviluppo ha esercitato il diritto di recedere dai rispettivi contratti per evidente inadempimento, da ultimo il caso Adler il cui vincolo contrattuale è venuto meno a partire dal 1 giugno scorso. La risoluzione del contratto fa sì che l’immobile produttivo rimanga di proprietà di Trentino Sviluppo la quale, in tutti i casi in cui l’attività produttiva è cessata - dall’ex Martinelli Trasporti all’ex Gallox di Rovereto, passando per la Silvelox di Castelnuovo – e l’immobile è tornato nella disponibilità effettiva, ha provveduto a ricercare ed insediare attività sostitutive, salvaguardando investimenti e posti di lavoro.
Al fine di evitare la diffusione di dati ed informazioni incomplete e scorrette, ecco quindi in sintesi la situazione attuale per quanto riguarda le operazione di leaseback con dati aggiornati al 31 luglio 2016 su fatture emesse al 30 giugno 2016.
In sette anni - dal dicembre 2007 (il primo fu concluso con il Gruppo Aquafil di Arco) al dicembre 2014 (l’ultimo stipulato riguarda la ditta Electronic Service di Rovereto) – la Provincia di Trento attraverso la sua società di sistema Trentino Sviluppo ha siglato 25 operazioni di leaseback con altrettante aziende trentine, per un investimento pubblico totale pari a 193 milioni di euro e l’impegno da parte delle aziende al mantenimento di oltre 3.700 posti di lavoro per un periodo di almeno 5 anni dalla data della stipula del contratto.
Dei 25 leaseback complessivi (25 operazioni, non 27, perché tecnicamente due operazioni – Marangoni e Lemur – sono state formalizzate in due differenti passaggi):
• 20 operazioni riguardano aziende tutt’ora in attività, e tra queste 19 aziende che grazie a questo strumento hanno potuto avere quella liquidità necessaria (non erogata dal sistema bancario a causa del “credit crunch”, ovvero il fenomeno della “stretta del credito” conseguente alla crisi finanziaria internazionale) per riagganciare la ripresa economica e sostenere i propri piani di crescita; è ad esempio il caso di Aquafil, Lemur, Arcese, Lego, Cte Group, Texbond, O.M.P. Piccinelli, Premetal, Nerobutto, Gread Elettronica, Fratelli Galli, Italfood, Cipriani Profilati, Electronice Service; 1 caso riguarda un’azienda ancora in attività ma in crisi, Adler di Rovereto, rispetto alla quale Trentino Sviluppo ha risolto il contratto il 1 giugno scorso per inadempimento (cioè mancato pagamento di alcuni canoni);
• 5 i casi di cessazione dell’attività da parte dell’azienda beneficiaria del leaseback (Salumificio Marsilli, Silvelox, Gallox, Mabe, Martinelli Trasporti) nei quali tuttavia, proprio grazie al fatto che la proprietà dell’immobile è rimasta pubblica, cioè di Trentino Sviluppo, a seguito delle operazioni di leaseback, è stato possibile ricercare ed insediare negli stessi immobili una o più attività sostitutive:
− a Castelnuovo Valsugana il gruppo bresciano SEIP ha acquisito il ramo d’azienda di Silvelox creando Silvelox Europe che sta riassumendo tutti gli 88 ex lavoratori occupati dalla precedente attività;
− a Rovereto, nell’immobile ex Gallox, si insedierà entro l’anno Mariani Spa (gruppo bresciano OMR) che investirà 10 milioni di euro per la costruzione del nuovo stabilimento ed arriverà ad occupare 200 addetti, con 50 nuove assunzioni rispetto agli attuali 150 dipendenti;
− ad Ala, nell’immobile ex Martinelli Trasporti, si sono insediate il gruppo francese Le Nappage e la ditta MCS con l’impegno a garantire complessivamente 94 lavoratori (63 MCS, 31 Le Nappage);
− per quanto riguarda gli immobili ex Marsilli (Rovereto) ed ex Mabe (Ossana), il primo sarà disponibile non appena conclusa la procedura fallimentare, il secondo è stato concesso in utilizzo provvisorio al Comune di Ossana e al locale corpo dei Vigili del Fuoco mentre è in corso la ricerca di un’attività sostitutiva.