Trentino Sviluppo

EU-BIC
EU-BIC
Visit Trentino
Visit Trentino

Speciale Giappone

Il Giappone sta attraversando un periodo di rallentamento economico anche a causa delle tensioni commerciali internazionali. L’Accordo di Libero Scambio con l’Unione Europea inizia però a fornire i primi interessanti risultati.

Per il 2019, le stime di crescita dell’economia giapponese vedono il Prodotto Interno Lordo in aumento di un modesto +0,89%, arrivando a toccare un valore complessivo di 5.154,48 miliardi di dollari, mantenendo così la terza posizione tra le economie più forti a livello mondiale dopo Stati Uniti e Cina. Tra le principali cause che hanno impattato negativamente l’economia nipponica nel 2019 vi è il generale rallentamento dell’economia globale, in quanto l’economia del Paese è fortemente legata al contesto internazionale, ulteriormente aggravato dall’inarrestabile guerra commerciale che ha caratterizzato l’anno appena concluso e che si protrarrà anche nel 2020. Proprio lo scontro sulle barriere tariffarie, che ha visto come principali protagonisti gli Stati Uniti e la Cina, con il sostanziale indebolimento dell’economia di Pechino e le conseguenti ripercussioni per i suoi Partner economici, ha indebolito il commercio estero Giapponese, in quanto la Cina rappresenta il primo mercato per le esportazioni nipponiche, seguito proprio dagli Stati Uniti.

A Ottobre 2019 infatti, le esportazioni giapponesi hanno registrato una delle più pesanti decrescite degli ultimi tempi, con una contrazione del -9,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e terza diminuzione mensile consecutiva su base annua. Come già evidenziato in precedenza, le principali cause di questa frenata derivano dalla minore domanda di beni giapponesi proveniente da Cina e Stati Uniti, dove si sono registrati cali rispettivamente del -10,3% e del -11,4%. Verso il mercato cinese, i settori che hanno impattato maggiormente sulle esportazioni nipponiche sono stati quello delle materie plastiche e della componentistica legata all’automotive mentre per quanto riguarda gli Stati Uniti, la diminuzione più significativa è stata nelle spedizioni dal Giappone di automobili, motori e ricambi.

Tra le altre difficoltà a cui il Giappone è andato incontro nel 2019, va sottolineato inoltre l’aumento delle imposte sui consumi, entrato in vigore lo scorso ottobre e che ha elevato l’aliquota dall’8% al 10%. Gli effetti futuri di questo incremento si vedranno nel tempo, per il momento si è registrato un effetto “rifugio”, con un aumento proprio degli acquisti nei mesi precedenti all’entrata in vigore della nuova aliquota.

Per contrastare gli effetti interni dovuti al rallentamento dell’economia mondiale, nel mese di dicembre il presidente Shinzo Abe ha introdotto una misura per stimolare la crescita nipponica, stanziando 120 miliardi di dollari da spendere nei successivi 15 mesi attraverso misure di sostegno fiscale e mediante partnership con gruppi privati per progetti a sostegno dell'economia.

Nonostante le guerre commerciali in atto, fanno ben sperare i primi dati relativi all’Accordo di Partenariato Economico (APE) tra Unione Europea e Giappone, entrato in vigore il 1° febbraio dell’anno scorso che, al contrario delle più recenti pratiche adottate in ambito di commercio estero, mira all’eliminazione delle tariffe doganali e di alcune barriere non tariffarie tra il Paese del Sol Levante e l’UE, con l’obiettivo di accrescere i flussi commerciali tra le due aree economiche.

Infatti, nel primo semestre del 2019, secondo i dati del centro studi Sace-Simest, le esportazioni di prodotti Made in Italy verso Tokyo sono cresciute di oltre il +17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie in particolare alle vendite nei settori: alimentari e bevande, che hanno registrato un aumento del +47,4%, mezzi di trasporto, con un aumento del +16% e prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, in ascesa del +8,4%.

Oltre all’eliminazione dei dazi, con l’introduzione dell’accordo di partenariato economico, le Piccole e Medie Imprese italiane possono beneficiare dell’eliminazione di alcune barriere non tariffarie, come standard, certificazioni ed omologazioni, grazie al meccanismo del reciproco riconoscimento e la protezione di 205 prodotti agricoli di alta qualità, ovvero le cosiddette IGP.

In conclusione, per le nostre PMI non resta che sfruttare i vantaggi derivanti dall’APE, potendo contare su un Paese come il Giappone, caratterizzato da una vasta popolazione (126.190.000 abitanti) da sempre attratto dai prodotti Made in Italy e con una capacità di spesa piuttosto elevata, grazie a un Pil Pro Capite di 40.846,78 Dollari.



Torna all'elenco Indietro