I dottori che curano il legno
L’anno magico di Ri-legno, startup nata in Progetto Manifattura
“A volte quando il lavoro non si trova bisogna crearselo. O, meglio, scolpirlo su misura intrecciando professionalità e interessi personali”. E’ questa la filosofia di
Lavinia Sartori, ex dipendente di una ditta edile e oggi imprenditrice di successo che nella sua Ri-Legno si avvale di 12 dipendenti e si prepara ad evadere, nel 2018, ordini già acquisiti per 2,5 milioni di euro.
Dalla congiuntura economica sfavorevole alla fondazione di una startup
Era il 2014 quando, a causa della crisi economica, Lavinia Sartori perdeva il lavoro e decideva, grazie a tanta intraprendenza e all’aiuto dei contributi provinciali a sostegno dell’imprenditoria giovanile e femminile di mettersi in proprio avviando un’impresa assieme al socio
Giulio Franceschini. La startup, chiamata Ri-Legno e insediata all’interno di
Progetto Manifattura, l’incubatore tematico di Trentino Sviluppo per le energie pulite e l’edilizia sostenibile, aveva come obiettivo quello di offrire servizi di ispezione e risanamento delle strutture lignee già esistenti. “Così – spiega Franceschini – si risparmiano suoli e materiali, contribuendo ad abbellire il paesaggio che ci circonda”. Gli interventi di recupero realizzati dalla startup riguardano infatti principalmente gli spazi abitati, in particolare le aree gioco per i bambini o i ponti sui corsi d’acqua nei parchi cittadini.
Restauro dell’esistente, ma anche produzione di articoli unici nel nuovo centro taglio a Cavedine
Alessandro Olivi, assessore provinciale allo Sviluppo economico e lavoro, definisce Ri-Legno “
un esempio perfetto di quella grande fucina di idee che è Progetto Manifattura, un luogo in cui non si fabbricano soluzioni standard, ma dove aziende, enti pubblici e centri di ricerca fanno squadra, mescolando tradizione e tecnologia per rispondere alle sfide dell’economia circolare”. Da quando è nata infatti, questa startup che fonde ingegneria e creatività, non ha mai smesso di crescere, triplicando il proprio
fatturato che è passato dai 90 mila euro del febbraio 2014 ai 450 mila euro di fine 2016 a
1,5 milioni di euro del 2017, raggiungendo quota
14 addetti (2 soci attivi e 12 dipendenti).
Nel marzo scorso l’impresa ha inoltre deciso di avviare, accanto all’ormai consolidato core business basato sul restauro delle strutture esistenti, anche una propria linea di costruzioni e una collezione di mobili realizzata con gli scarti di lavorazione del legno, rilevando a tal fine il
centro-taglio di Cavedine e contribuendo così a salvare i posti di lavoro dei suoi sei operai specializzati.
Doppi spazi per un business che cresce all’insegna della sostenibilità e della bellezza
L’ampliamento del volume d’affari ha comportato, a fine 2017, la necessità di ingrandire gli spazi ad uso uffici: di qui la scelta di traslocare in una
nuova sede, non più di 100, ma di 170 metri quadrati, sempre all’interno dell’Edificio dell’Orologio in Progetto Manifattura. Nei nuovi spazi, assicura Lavinia Sartori, ci sarà sempre una scrivania libera pronta ad accogliere laureandi e dottorandi in formazione, per dare vita a nuovi progetti e installazioni artistiche, come quella avviata con D3wood e Marco Imperadori, professore al Politecnico di Milano, per costruire e portare ad
Arte Sella un’opera progettata dall’archistar giapponese
Kengo Kuma. “Si tratta della rivisitazione di un gioco tradizionale nipponico basato su un sistema ad incastro” annuncia Emanuele Montibeller, direttore artistico di Arte Sella. Un’installazione dal cuore nipponico e dall’ossatura trentina, “un ponte – spiegano a Ri-Legno – che unisce due continenti, ma anche diversi mestieri ed epoche storiche, restituendoci il senso dell’appartenenza al territorio attraverso un materiale che è al tempo stesso fragile ed eterno”.